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     n. 4 anno 2017

Passaggi 'no look': L'evoluzione da gruppo di lavoro a power team

di Federico Bencivelli

Nel basket, ma frequentemente anche nel calcio, un passaggio molto spettacolare è il cosiddetto "no look", che consiste nel passare la palla a un compagno guardando da un'altra parte, per confondere la difesa.

Obiettivo dell'azione è smarcarsi con i tempi giusti per occupare la zona del campodove il compagno in possesso della palla sa , pur senza guardare, che ci troverà pronti a ricevere il suo passaggio (lo scarico, nel linguaggio cestistico) da convertire facilmente in canestro.

Tutto ciò agli occhi dello spettatore appare fluido, semplice, perfino banale nella sua straordinarietà. In realtà questo risultato è l'esito di un lungo lavoro di studio, sincronizzazione, che richiede un altissimo livello di fiducia, consapevolezza, reciprocità e (diciamolo) coraggio.

Quando in un team i giocatori arrivano a passarsila palla (efficacemente si intende) in forma"no look"questa significa che la loro conoscenza del sistema, la consapevolezza delle aspettative di comportamento, il rispetto dei ruoli e la fiducia sono aspetti talmente condivisi e consolidati da trasformarsi in automatismi, spontanei e naturali.

E' lo stadio più evoluto a cui possa giungere un gruppo di lavoro, nello sport come nelle organizzazioni: è lo stadio del "power team".

Solo a questo livello di sinergia e complicità infatti la circolazione della palla (per mantenere la metafora) può risultare così fluida e dinamica. Le persone si sanno muovere all'unisono, sanno cosa aspettarsi l'uno dall'altro, riescono ad interagire anche senza parlare.

I gruppi di lavoro non nascono power team. Si può raggiungere questo livello grazie ad un percorso di sviluppo della consapevolezza che conduce alla definizione di una visione del team (perché esiste, a quali valori si ispira) e conseguentemente all'identificazione di obiettivi chiari e condivisi. A questo punto entra in gioco il metodo, ovvero i criteri che il team stabilisce per allineare i comportamenti dei propri membri in direzione dell'obiettivo.

Se osserviamo un "power team" in azione, ad esempio in un meeting, il flusso di comunicazione da un membro verso gli altri è contraddistinto da una veloce e continua alternanza.

Il livello di intensità e di energia è altissimo perché tutti sono e si sentono corresponsabili del buon esito del processo.

Tutto ciò ovviamente non avviene casualmente ma si lega ad un cambiamento sostanziale nella struttura del potere, basata sull'azione derivante da un processo crescente di responsabilizzazione collettiva.

Questo passaggio modifica radicalmente il modello di relazione fra leader e membri del team.

I meccanismi tipici legati all'influenzamento interpersonale, i giochi relazionali di potere, il dominio dellagerarchia e della tecnocrazia vedono spesso il leadercome "perno" intorno al quale e in direzione del quale si sviluppano le dinamiche di gruppo (vedi fig. 1 e 2).

Queste dinamiche non cessano di esistere ma lasciano spazio ad una configurazione (la circolarità delegativa) [1] in cui la leadership si diffonde nel team e si trasforma in azione.

L'azione a sua volta traduce valori, missione e visione chiari, e questo determina, nei componenti del team, l'adozione spontanea di comportamenti che facilitano la circolazione rapida della palla, ovvero la massima collaborazione (vedi fig.3).

Perciò di volta in volta e a seconda dell'obiettivo, un componente può assumere specifici incarichi di responsabilità formale,determinando nell'team, come in un organismo che evolve costantemente, un nuovo equilibrio.

Fig.1: la polarità tecnocratica -Interazione1to1 fra leader e membri. Struttura di potere basata sull' experties


= leader


Fig. 2: la polarità relazionale - leader gestore/controllore dei "giochi relazionali" e degli schieramenti: Struttura di potere basata sull'influenzamento


Fig. 3: La circolarità delegativa -team come "organismo", leadership diffusa, responsabilizzazione collettiva. Struttura di potere basata sull'azione

[1] Elaborazione del Circularity-Polarity Model di Alain Cardon

Secondo la nostra esperienza Il team coaching è oggi la disciplina che maggiormente impatta sui processi trasformativi dei gruppi di lavoro nella direzione del power team, all'interno delle organizzazioni. E' una sfida intrigante, perché svela i meccanismi di funzionamento del gruppo come sistema e lo spinge ad evolvere per raggiungere il suo massimo livello di performance.

Attraverso il team coachingosserviamo le persone imparare a passarsi la palla " ad occhi chiusi" riuscendo ad affrontare e vincere la sfida più delicata: quella che porta il singolo a superare la paura di perdere posizione, visibilità, controllo su se stesso e sulla situazione.

L'acquisizione di questa consapevolezza conduce allo sviluppo di nuove e più efficaci trame di gioco all'interno del team.

Progressivamente si sviluppano un'intesa ed una fiducia reciproca basata prioritariamente sul senso di responsabilizzazione: tutti sanno di poter contare sul compagno, sulla sua capacità di mettere in atto il comportamento richiesto nel momento opportuno.

L'unica cosa che conta è metterlo nelle condizioni più efficaci per finalizzare l'azione.

Per fare canestro (o goal , se preferite).

Federico Bencivelli
Senior Consultant ed Executive Coach ACC- ICF

 

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