hronline
     n. 2 anno 2018

Storie di ordinaria economia

autore, Massimo Folador

Dalla prefazione di Marco Girardo al libro "Storie di ordinaria economia" di Massimo Folador (Guerini Next 2017).

Il paradigma dell'Economia civile fornisce una descrizione più profonda della realtà, con un approccio narrativo in cui il filo che permette di legare più dimensioni è il racconto, e aiuta a considerare l'apporto qualitativo alla crescita di quelle che Luigino Bruni definisce le «altre economie»: dal capitalismo delle imprese famigliari alle esperienze di Economia di comunione, alle diverse sfumature del Terzo settore, fino alla cosiddetta creative ignorance descritta da uno dei massimi studiosi italiani di Economia dell'innovazione, Pietro Formica, nei suoi lavori.
È quest'ultima un'operazione culturale che ha purtroppo ancora troppi cantori solisti. Molti stanno però nell'ecosistema dell'impresa produttiva, dove si incontrano persone e aziende che camminano sul crinale dell'innovazione tecnica e organizzativa.
Cambiare non è certo facile. I nostri pensieri e le nostre azioni sono vincolati alle ideologie e ai sistemi sociali contemporanei, e contro l'ideologia ci sono pochi vaccini, perché il pensiero unico, così rassicurante, emerge da molte delle facoltà cognitive che ci rendono intelligenti, al di là o prima della coscienza.
Non a caso le maggiori innovazioni umane sono avvenute allorché, all'interno di una scuola filosofica o di una tradizione religiosa - o, ancora,di un paradigma scientifico - è stato spezzato il rapporto economico-retributivo con gli dei, gli idoli, i re e i dogmi scientifici. C'è una nuova generazione di imprenditori che provano allora, come emerge in tante storie raccolte da Massimo Folador, ad attingerea una «sapienza» antica che, come ogni forma di sapienza, va oltre l'ideologia e la mera linearità cronologica del progresso, gettando un ponte tra passato e futuro. Tanti di questi uomini d'impresa, nella de-materializzazione dello scambio, provano a riaffermare la centralità della relazione, a partire dai processi e quindi dall'organizzazione del lavoro, superando anche lo sgomento e il senso di alienazione di cui parlava Albert Camus di fronte alle pressioni emotive del progresso tecnologico: «‘Vivere contro un muro, è vita da cani. Ebbene, gli uomini della mia generazione e di quella che entra oggi nelle fabbriche e nelle facoltà, hanno vissuto e vivono sempre più come cani'. Grazie anche alla scienza, grazie soprattutto alla scienza». Leonardo Sciascia scelse proprio le parole dell'intellettuale francese per motivare la spinta interiore che lo portò a indagare sulla scomparsa di Ettore Majorana, il geniale fisico italiano misteriosamente sottrattosi alla scienza e alla vita.
Nel profondo delle persone che gestiscono realtà produttive, cercando di «farne il bene», si può individuare un atteggiamento molto radicato, un convincimento che la prosperità e lo sviluppo della propria azienda e il benessere e la felicità dei propri collaboratori, delle loro famiglie e del territorio, siano un tutt'uno o quanto meno profondamente legati.
Un atteggiamento che è sovente il frutto di un percorso interiore di discernimento - o, per usare il linguaggio della psicoanalisi, di «individuazione» -per superare contraddizioni interiori e riconoscere i bisogni autentici. Gestire bene o male un'azienda è sempre dovuto alla dialettica cuore-mente, dove il cuore è il luogo dei desideri e la mente la palestra cognitiva per soddisfare quei desideri. La capacità di intraprendere il viaggio nel profondo è il punto di partenza fondamentale per una gestione che fa sviluppare una realtà produttiva prima al suo interno, poi nel rapporto con i portatori d'interesse, cominciando dal territorio in cui opera, fino ad arrivare ai mercati lontani in cui esporta.

 

  • © 2024 AIDP Via E.Cornalia 26 - 20124 Milano - CF 08230550157 - tel.02/6709558 02/67071293

    Web & Com ®