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Immaginare il futuro è il primo passo per costruirlo. Partendo dallo scenario della crisi finanziaria del 2008 e delle conseguenze sul sistema economico e sociale, Rosanna Celestino arriva alla definizione di un profilo di impresa quale “comunità generativa”, capace di collegare la propria azione in una visione, un orizzonte comune e condiviso con la società nella quale opera; capace di assumersi la responsabilità di costruire un futuro migliore per il Paese. Celestino riporta, a sostanziare le sue riflessioni, interviste e conversazioni con imprenditori e manager che si aprono con il tema “Come vogliamo essere”, come Paese e come Imprese.
Nel 1813 viene pubblicata postuma la “facezia filosofica” di Paul Henri Thiry; ancora oggi, come nei secoli passati, gli italiani adorano gli uomini di potere, ma non sono capaci di gestire le responsabilità che il comando implica. Preferiscono strisciare che governare. La classe dirigente è in mano alle consorterie. Gli italiani sembrano ad un tempo arrabbiati, sdegnati ma anche invidiosi di non essere tra gli “eletti”. Paolo Iacci pone l’adulazione e la piaggeria al centro di una disamina impietosa e divertente.
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