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Roma

 

E-learning: teorie, miti e casi concreti. Abstract del Convegno

 

E-learning: teorie, miti e casi concreti

Martedì 18 maggio ore 14:30 - 18:30

Holiday Inn Rome Eur Parco dei Medici
Viale Castello della Magliana, 65 - 00148 Roma

ABSTRACT DEL CONVEGNO

Si è trattato di un convegno a nutrita partecipazione, ebbene si! Circa 100 persone hanno deciso di scomodarsi per venire a vedere se l'e-learning è ancora vivo; e, nel caso, se sta agonizzando di fronte agli occhi di superesperti increduli (che si chiedono dove abbiamo sbagliato?!?!) o se, al contrario, le cure somministrate sono quelle giuste e, magari, si riprenderà.

Un platea numerosa ma anche variegata: amministratori delegati, managers, consulenti delle risorse umane, professori universitari, studenti, professionals di banche e assicurazioni, e, addirittura, avvocati e legali: tutti ad interessarsi circa le condizioni del presunto malato.

E subito nasce spontanea una domanda: ma il malato, di cosa è malato?!?

Fermo restando che lo stato di salute lo accerteremo alla fine del presente resoconto, parlare di malattia già significherebbe che il paziente è ancora in vita....e, viste le premesse, non sarebbe poca cosa. Ma vediamo di seguito cose è stato detto in questa giornata.

Ci pensa Marco Recchioni, Presidente Onorario Didagroup, ad entrare nel vivo del dibattito dopo l'introduzione di AIDP Lazio: preferisce andare a braccio, senza slides, perché quello che deve dire è molto verace e sfida persino le tecnologie. Le sue parole volano alto, colte citazioni, concetti importanti, per farci capire che l'e-learning non è che un mero dettaglio, se tutto il complesso interdisciplinare che vi è dietro non viene conosciuto e gestito correttamente da chi è responsabile di progettare ed erogare percorsi di apprendimento che si avvalgono di questo tipo di tecnologia; e che appare, in definitiva, un falso problema concentrarsi sul sintomo quando non è chiara la diagnosi (della serie: non rendiamo gli obiettivi dell'e-learning dei MITI);

Interviene poi Marco Magnanti di Autostrade per l'Italia e prova, con nutrito materiale, a metterci in guardia sulle insidie della tecnologia; da bravo formatore, di cui è presidente associativo per il gruppo Lazio, ci spiega trucchi e trucchettini per sgamare subito i finti studenti/fruitori ed i finti somministratori di moduli in piattaforma nei loro tentativi di dissimulare la personale idiosincrasia con questo nuovo strumento formativo. Ci spiega anche, però, come nella sua azienda l'e-learning abbia risolto massicci problemi di aggiornamento formativo per popolazioni aziendali copiose e multilocalizzate, faticosamente raggiungibili con metodologie tradizionali.

Segue giust'appunto il prezioso contributo del Prof. Giovanni Cancellieri che, oltre a parlarci dello stato dell'arte nel mondo della ricerca e della pubblica amministrazione, ci offre la possibilità di focalizzare quei chiarimenti terminologici fondamentali per inquadrare la materia (della serie, oltre che dei miti, parliamo anche delle TEORIE, ed in modo corretto). Ci presenta inoltre Larisel, un'interessante laboratorio associativo dove la gestione della conoscenza è di casa e dove l'interdisciplinarietà è la vera chiave di lettura per capirne i problemi.

Un veloce coffee break a bordo piscina in un bel pomeriggio primaverile ed assolato e si riprende. Al pit-stop la platea appare già calda: commenti, confronti, saluti e ritrovi di rito; e dopo il veloce istoro è già pronta per rituffarsi nei casi aziendali tanto attesi, o meglio, nei c.d. CASI CONCRETI.

Iniziamo a parlare di banche con Gianandrea Poli di ABI Formazione e subito capiamo come in quel contesto il ruolo dell'e-learning può fare molto, sia pure tra molte difficoltà, per dare servizio e coerenza di impostazione su tematiche trasversali a tutte le aziende di un contesto associativo così importante, quale quello bancario. Per dirla con uno slogan: una rete di imprese ha bisogno di una formazione in rete!

Entriamo poi nel complesso mondo IRI Management con Pierluigi Silvestri che ci parla di come la formazione con progetti e-learning possa costituire un effettivo plus per i neoinseriti in un gruppo aziendale cosi vasto come Finmeccanica, con contenuti manageriali sviluppati ad hoc per fornire le nozioni di base, ma anche per condividere i valori importanti dell'organizzazione all'interno della quale le professionalità dei singoli andranno a svilupparsi: in una parola, il progetto BeST-Finmeccanica.

Due colpi ben assestati, che ci danno speranza sulle condizioni del....malato. Come dire....non sei poi cosi malconcio! Con un po' di aspirina ed olio di ricino ce la puoi fare!!!

Proseguiamo con Cesare Righi, Amministratore Delegato di Data Ufficio, che ci offre un bellissimo caso di controtendenza virtuosa: in un mondo che procede per esternalizzazione delle competenze c.d. non core, finalmente il caso di un'azienda che fa invece in-sourcing di competenze strategiche (scusate la forzatura), e lo fa utilizzando le tecnologie e-learning. Della serie: prima mi insegni l'e-learning, poi lo gestisco da me!!!!

Conclude infine Alberto Rosso di Banca Carige con un caso classico che ben sintetizza la principale problematica nell'implementazione dell'e-learning in azienda, ovvero, l'integrazione con le metodiche tradizionali. Le soluzioni, o meglio, le istruzioni per l'uso, possono essere diverse ma passano tutte per una via maestra: la gradualità consapevole nell'introduzione del cambiamento che l'approccio e-learning comporta, affinché esso sia ben comunicato, ben gestito e, soprattutto, ben compreso!!!!

Il bollettino medico a questo punto è rincuorante: il malato non è gravissimo. E' stato semmai curato male ma, soprattutto, fatto ammalare inutilmente per scarsa prevenzione, igiene e profilassi.
Prevenire è meglio che curare, si sa; ma siamo ancora in tempo per non disperare.

Il momento del DIBATTITO è ormai maturo. La platea ribolle nonostante l'ora tarda. Si intavolano diverse discussioni stimolate dagli interventi. Proviamo a riassumerle.

C'è chi parla di progetti pensati male e gestiti peggio.
Chi, a proposito delle banche, parla di grossi investimenti poco fruttuosi.
Ci si pone il problema della difficile integrazione con i sistemi informativi.
Di tanto in tanto viene utilizzato il contributo dei relatori per chiarimenti terminologici e metodologici.
Alcuni segnalano l'arretratezza culturale degli atenei in materia, altri delle aziende e del management nell'affrontare e propore tali innovazioni.
Qualcuno, nell'anteporre la persona dinanzi a tutto, propone provocatoriamente scenari di retroguardia che guardano dubbiosi alla diffusione di tecnologie senza controllo e propugnano un ritorno al passato.
Riaffiora il dilemma efficacia-versus-efficienza: cosa deve privilegiare l'e-learning?
Si sostiene, con un consenso abbastanza diffuso, che progetti ben strutturati ed integrati in un ottica blended possano effettivamente produrre - grazie all'e-learning - quel quid pluris di cui la formazione e le competenze hanno tanto bisogno, in un ottica di sviluppo professionale permanente.
Si scatena infine una disputa tra due scuole di pensiero: i fautori del modelli? No grazie! ed i sostenitori del abbiamo bisogno di linee guida per affrontare il cambiamento in azienda. La disputa non si risolve ... ma appassiona.

Il dibattito è ormai infiammato, si palpa un interesse vivo nonostante l'ora ma, alle 19:25, si deve chiudere, e, svolgendo un compito ingrato, il sottoscritto mette la parola fine!

Il convegno è stato pregno e partecipato. Tra le varie conclusioni possibili ve n'è una che, al di là delle molteplicità di vedute ed opinioni, ha il sapore di un sentire comune e condiviso. La riassumo così: ripensiamo pure l'e-learning, è giusto farlo; ma, per cortesia, non toglietecelo di mano proprio adesso che stiamo imparando a conoscerlo!

A presto!
Michele Tripaldi

 

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