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9Marzo
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'Ergonomia dell'inclusione' - AperAIDP

 

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ERGONOMIA DELL'INCLUSIONE

 

Quando un lavoratore può rimanere "escluso" dalla propria vita professionale, perdendo anche parte della sua identità personale?
Una condizione di disabilità può ad esempio derivare da eventi traumatici come un'ischemia o una lesione spinale, da patologie infiammatorie sensoriali e motorie con possibili recuperi e ricadute come la Sclerosi Multipla, da malattie degenerative inesorabili come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (a livello motorio) e l'Alzheimer (a livello cognitivo), da sindromi metaboliche che richiedono cambiamenti nel proprio stile di vita, da neoplasie per le quali sono necessari trattamenti estenuanti per l'organismo.
Questi sono alcuni esempi di condizioni che possono avere effetti permanenti o temporanei capaci di limitare le possibilità della persona di esprimersi pienamente in quanto tale ed in quanto lavoratore.

Siamo abituati a pensare a come una persona in queste condizioni debba e possa essere assistita e curata in ambito familiare, e al fatto che l'azienda per cui questa persona lavora possa al più attivarsi per trovarle una "nicchia" con richieste lavorative progressivamente limitate, oppure "parcheggi" in attesa di un possibile miglioramento delle sue condizioni.

Non siamo invece abituati a pensare che sui luoghi di lavoro possano essere adottate soluzioni tecnologiche avanzate che possano promuovere l'inclusione e quindi la valorizzazione delle competenze, residue o temporaneamente limitate, di tali capi, colleghi e collaboratori, garantendo alla persona dignità e rispetto personale e professionale.
Potremmo così trasformare le nostre aziende in "palestre di inclusione", e non in montagne da scalare ogni mattina o in una "cassettiera" in cui relegare nel comparto meno critico persone su cui non investiamo più.
Una nuova figura professionale emergente, quella dell'ergonomo dell'inclusione, potrebbe selezionare la tecnologia più adatta a potenziare le competenze possedute ora in declino di ogni persona che occorra supportare.

L'IIT di Genova presta attenzione a questo scenario, sviluppando applicazioni avveniristiche che possono concretamente migliorare la qualità della vita lavorativa dell'individuo, facendo sperimentare alle aziende soluzioni organizzative davvero innovative che garantiscano anche  produttività e buon clima interno.
Ne parliamo con il dr. Giacinto Barresi, ricercatore dell'IIT, coinvolto oggi nel progetto TEEP-SLA (Tecnologie Empatiche ed Espressive per persone con SLA), una delle espressioni dell'approccio centrato sulla persona con possibili ricadute in tutte le attività quotidiane di individui che necessitano di sistemi di interazione alternativi per raggiungere i propri obiettivi.

 

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