EVENTI NAZIONALI
30Marzo
HR INNOVATION

 

Incontri d'Autore sul Lavoro ACTIVE AGEING IN AZIENDA

 

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I 50 anni rappresentavano sino a poco tempo fa l'inizio della fine della propria vita lavorativa: oggi invece sono la fine dell'inizio, ma molte aziende non se ne sono ancora accorte. L'Italia ha la forza lavoro più anziana al mondo, ma i lavoratori senior sono i grandi dimenticati delle politiche aziendali, se non come carne da cannone da sacrificare nelle ristrutturazioni tramite sempre meno possibili prepensionamenti. Eppure l'impatto della demografia aziendale su produttività, innovazione, resistenza al cambiamento, aggiornamento delle competenze, salute e sicurezza sul lavoro sarà enorme. La buona notizia è che, sul lavoro come nella vita, invecchiare bene si può, con pochi ma non banali accorgimenti: di come farlo, ne parleremo in questo webinar.  

Apertura e saluti
David Trotti Presidente AIDP Lazio

Partecipano
Gianbattista Rosa autore del libro Active Ageing in azienda. Trasformare i lavoratori senior da problema in opportuntà
Luca Solari Professore di Human Resources @Università degli Studi di Milano e fondatore di OrgTech
Rita Querzè Giornalista del Corriere della Sera
Cetti Galante Intoo Managing Director and Chair of Career Star Group

Gianbattista Rosa è Vice Presidente di Ikaria Consulting e Presidente di Active Ageing Academy, associazione che si occupa della promozione dell'invecchiamento attivo nel mondo del lavoro. Ha iniziato a lavorare in Pirelli, dove è divenuto Responsabile Sviluppo Organizzativo; è stato poi Direttore del Personale in Nestlè Italiana, Direttore Politiche del Personale nel Gruppo Italcementi e Senior Advisor in Hay Group-Korn Ferry.

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Dalla Premessa al volume di ELSA FORNERO 
Non è vero che gli anziani “rubano” il lavoro ai giovani

1. L’errore del numero fisso di posti di lavoro. Anche l’economia, che certo non è una scienza esatta, e anzi ammette margini di errore signifi cativi nelle analisi e nelle politiche, è terreno fertile per luoghi comuni. Uno di questi, in particolare, riscuote da tempo di largo favore. Si tratta dell’idea che il sistema economico sia caratterizzato da un “determinato” numero di posti di lavoro e che pertanto la probabilità per un “nuovo arrivato” (outsider) di trovare un’occupazione sia strettamente dipendente dall’uscita di qualcuno che già occupa un posto (insider). In gergo, quest’opinione ricorrente è conosciuta con il nome di “l’errore (logico) del numero fi sso di posti di lavoro” (“lump of labor fallacy”). L’ultimo esempio di una politica da essa ispirata è “quota 100”, fortemente voluta da Matteo Salvini, proprio in base allo slogan “liberiamo i posti di lavoro bloccati dalla Fornero – ove l’assenza del termine legge non è casuale – e lasciamo così spazio ai giovani”. Si ricorderà che, nei momenti di maggiore entusiasmo, i proponenti parlavano addirittura di un rapporto di sostituzione pari a tre ingressi di lavoratori giovani per ogni nuovo pensionato, uscito in anticipo rispetto ai requisiti di età/anzianità richiesti dalla riforma del 2011. Non è andata così e i dati, ancorché non defi nitivi, indicano che il rapporto è inferiore a un nuovo assunto (...).

 

 

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