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18Aprile
Milano

 

MANIFESTO AIDP PER LA FORMAZIONE CONTINUA

 

Recentemente è stato presentato alla Camera dei Deputati il “Rapporto sulla formazione continua in Italia”, redatto dall’Isfol, per la popolazione che va  dai 25 ai 64 anni.

I risultati mostrano come il nostro Paese sia ancora in fortissimo ritardo rispetto alle altre nazioni europee, che invece interpretano la formazione agli adulti come un investimento: in Danimarca nel 2012 il 31,6% delle aziende è stato attivo nella formazione, in Italia solo il 6,6%. Dal Rapporto, però, si evidenzia che pur in una situazione di profonda crisi, in Italia si è registrato tra il 2011 e il 2012 un balzo in avanti (dal 5,7% al 6,6%) rispetto alle altre nazioni. Questo incremento non ci può far dormire sonni tranquilli e occorre essere consapevoli che il lavoro da fare su questo tema è cruciale per innalzare il livello di produttività del nostro Paese.
Di senso opposto invece la legge n. 85 del 2013, che ha “distratto” centinaia di milioni di euro dai Fondi Interprofessionali (fondi derivanti dallo 0,30% che versano le imprese all’INPS e che dovrebbero essere utilizzati per la formazione continua) per rifinanziare la cassa integrazione in deroga.

La tecnologia e la globalizzazione hanno, e stanno, modificando molte professioni. Una ricerca dell’Università di Oxford ha dimostrato che nel corso dei prossimi dieci anni il 47% delle professioni oggi esistenti scompariranno. La sfida che abbiamo davanti è di creare le premesse affinché dalla distruzione si passi alla generazione di nuove professioni. Questo è possibile solo se le persone vengono rese consapevoli delle grandi trasformazioni in atto e facilitate ad interpretarle.
Il Jobs Act ha iniziato il suo percorso parlamentare e deve essere chiaro che non è sufficiente cambiare le regole del mercato per costruire il “nuovo lavoro”.
La vera grande riforma sta nel fare crescere le competenze dei singoli, a tutti i livelli e in modo massiccio, dentro e fuori le aziende, attraverso una serie di strumenti che devono vedere nella formazione continua l’architrave per dare alle persone le concrete opportunità di crescita e di salvaguardia nel mercato del lavoro.

  • LA FORMAZIONE E' UN DIRITTO: la parola d’ordine di questi anni è “cambiamento”. Il cambiamento è prima di tutto un linguaggio e come tutti i nuovi linguaggi deve essere obbligatoriamente spiegato, compreso e applicato. La formazione lungo tutto l’arco della vita, quindi, è un diritto sociale che deve essere esigibile. Nessuno dall’alto può garantire il diritto al lavoro. Le istituzioni e le aziende, con ruoli differenti, devono  sostenere la capacità di accesso di ogni cittadino, lavoratore e non, alle opportunità formative post scuola dell’obbligo. Comprendere e dare spazio a questo diritto non è un optional ma una necessità se non vogliamo generare delle profonde diseguaglianze che potrebbero spaccare  il sistema sociale esistente;
  • LA FORMAZIONE E' IL FITNESS PER LA MENTE: uno sportivo, agonistico o non,  per raggiungere una qualsiasi prestazione deve allenarsi con costanza e determinazione. Similmente il nostro cervello deve essere costantemente allenato. La formazione, formale o informale, è lo strumento adatto per mantenere giovane il nostro cervello. Le neuroscienze ci stanno dimostrando che il cervello con un buon allenamento  non invecchia ma, essendo “plastico”, si modifica nel corso della sua vita.
  • LA FORMAZIONE E' ABILITANTE: le nuove leggi sulle pensioni  ci impongono di lavorare molto più che in passato. Una formazione lungo tutto l’arco della vita favorisce le persone ad avere la capacità di imparare nuovi mestieri, disimparare vecchie abitudini, avere una mente aperta in grado di cogliere le varie opportunità che il mondo del lavoro prospetterà. La formazione continua è un sistema  che crea una struttura mentale resiliente, cioè in grado di adattarsi, alle continue sollecitazioni del mercato.
  • LA FORMAZIONE RESPONSABILIZZA:  è innegabile che vi sia in atto una riduzione delle sicurezze dell’impiego e delle protezioni. Alla responsabilità individuale non può che essere assegnato il ruolo principale per poter dare lo start alla persona quale protagonista del proprio futuro lavorativo. Nessuna istituzione o azienda potrà mai garantire tutta la formazione utile se la persona non è consapevole che il vero attore è lui, e solo lui. Questa visione deve essere portata avanti sin dalla prima infanzia,  in particolare dalla scuola primaria, che deve fare entrare nei propri processi e metodi educativi parole chiave come creatività, autostima e curiosità. Solo in quanto dovere, la formazione continua diventa un diritto per sé stessi.
  • LA FORMAZIONE CREA IL TEAM: il mondo è interconnesso, globale e veloce. A queste sfide occorre rispondere attraverso una condivisione del rischio e una gestione a più voci delle diverse aziende. Da soli si perde fuori e dentro le aziende. La formazione in azienda ha la capacità di  creare spirito di gruppo, di sviluppare entusiasmo, di alzare la motivazione. La complessità e l’imprevedibilità che affrontiamo ogni giorno richiedono organizzazioni governate non da “un uomo solo al comando”, ma da team di lavoro che si confrontano e scambiano competenze ed esperienze.
  • LA FORMAZIONE E' ATTRAENTE: non sempre la poca formazione fatta in Italia è stata utile e molto spesso è stata noiosa. Le novità tecnologiche (es. la gamification) e  le nuove metodologie formative (es. learning by doing, outodoor, e-learning, smart learning) hanno reso la formazione interattiva, più divertente, e, soprattutto, più efficace alle esigenze del singolo e dell’azienda.
  • LA FORMAZIONE PORTA RISULTATI: la migliore formazione è quella fatta dagli imprenditori e dai manager dell’azienda stessa perché risulta la più credibile e la più vicina al business. Può essere low cost, in grado di portare frutti tangibili alle organizzazioni sempre più orientate all’internazionalizzazione con prodotti ad alto valore qualitativo. Si tratta di un investimento che ha ritorni molto importanti misurabili con un ROI specifico (Return On Investment) alla pari di un qualsiasi altro investimento.
  • LA FORMAZIONE CREA CULTURA PER IL TERRITORIO: la sfida del “valore aggiunto” sul singolo prodotto e/o servizio si affronta attraverso un territorio che offre un insieme di persone di qualità. Solo un sistema territoriale che offre competenze elevate,  aggiornate e mutevoli nel tempo è in grado di attrarre nuove opportunità imprenditoriali. Un gruppo di aziende che ritengono l’investimento in formazione – e fanno accadere ciò  - una delle leve cruciali per crescere in redditività e in occasioni di lavoro, generano delle ricadute sull’intero territorio su cui insistono portando imitazione e gemmazione. Un circolo virtuoso contagiante che alza l’asticella dell’intero territorio.

Noi ci crediamo.
ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA DIREZIONE DEL PERSONALE

 

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