n. 3 anno 2020
Temporary e Fractional Management piacciono alle PMI
Sintesi dal convegno AIDP ANDAF di Milano
di Maurizio Quarta
Introduzione
Si è tenuto nei giorni scorsi a Milano un importante convegno sul tema del Temporary e Fractional Management per PMI e start up. L'evento, organizzato da AIDP e ANDAF con il contributo di AISOM, BFF Banking Group e Temporary Management & Capital Advisors, ha riscosso un grandissimo interesse, anche per la scelta di far parlare insieme imprenditori e temporary manager.
Alla ricerca di casi e testimonianze - CALL FOR PAPER
Su un tema nuovo come il fractional management stiamo cercando, come testata, di censire esperienze e testimonianze.
Invitiamo quindi chi svolgesse questa attività e volesse fornire una sua testimonianza, che possa magari essere prodromica all'elaborazione di un vero e proprio caso, ad inviare alla Redazione (hronline@aidp.it) una mail in cui siano indicati i dettagli più rilevanti dell'intervento (dimensione azienda, funzione/ruolo ricoperto, durata dell'incarico). La Redazione contatterà in seguito chi ha inviato la propria testimonianza. Sulla base della significatività quantitativa e soprattutto qualitativa delle risposte, verrà valutato quale seguito dare all'iniziativa, sempre nell'ottica di aumentare la conoscenza del fenomeno tra imprenditori e manager. Ringraziamo sin d'ora chi vorrà fornire il proprio contributo.
Il convegno è il primo frutto nato dal lavoro di due gruppi costituitisi all'interno delle due associazioni e così composti:
- AIDP - Team Leader: Laura Torretta e Maurizio Quarta (Lombardia) - Alessandro Belli (Umbria) - David Trotti (Lazio) - Daniela Persano (Liguria) - Ilaria Agosta e Giovanni Giuriato (Triveneto) - Ferdinando Lignano, Carlo Dalla Valle, Claudio Alessandrini e Elga Corricelli (Lombardia)
- ANDAF - Team Leader: Giancarlo Veltroni e Maurizio Quarta (Lombardia) - Cesare Bassoli (Emilia Romagna) - Marco Cerù (Centro Sud) - Angelo Sidoti (Piemonte) - Guia del Buono (Toscana) - Federico Tammaro (Campania) - Filippo D'Amico (Sicilia) - Vincenzo Silvano (Puglia e Basilicata) - Marco Pasquotti (Nord Est) - Massimo Campioli (Lombardia e Vice Presidente Nazionale) - Luca Magnanelli (Umbria).
Obiettivo dei due gruppi, che continuano il loro lavoro anche dopo il convegno, è l'approfondimento del tema dello sviluppo di PMI e start up attraverso l'iniezione di competenze manageriali su base temporanea, sotto forma di progetti di temporary e/o di fractional management. La raccolta di casi e l'attività di "promozione culturale" su imprenditori e manager sono tra le azioni che i due gruppi stanno mettendo in campo anche negli altri territori rappresentati.
I rappresentanti delle due associazioni, Marco Vigini (Presidente AIDP Lombardia) e Giancarlo Veltroni (Presidente ANDAF Lombardia), hanno, in avvio dei lavori, voluto ribadire l'impegno e la determinazione costante portato avanti da diversi anni sia sul fronte dei manager sia sul fronte degli imprenditori per creare un substrato culturale positivo su cui poter costruire positivi apporti manageriali alle aziende di matrice familiare e imprenditoriale.
La sintesi completa dell'evento, con i casi presentati in abbinata da imprenditori e fractional manager, è disponibile al link https://www.adnkronos.com/lavoro/professionisti/2020/01/23/non-solo-temporary-alle-pmi-piace-fractional-management_4Xib3W8Rpjz1ITjcBdeNVP.html; in questo contesto richiamiamo alcuni dei principali spunti di riflessione emersi durante i lavori.
Un inquadramento generale sul rapporto temporary/fractional management e PMI
Conoscenza dello strumento
La conoscenza che le PMI hanno del TM è cresciuta nel tempo ed è oggi ad un buon livello: l'indagine sul temporary management del 2015 (progetto congiunto tra Leading Network e IIM-Institute of Interim Management Italy), rivela che il 60% delle aziende più piccole (sotto i 20 milioni di fatturato) lo conosce. Di pari passo con la conoscenza, cresce anche l'utilizzo che si assesta intorno al 10-12% a seconda delle classi di fatturato. La ricerca citata fornisce riscontri positivi anche nel caso delle aziende molto piccole: nella fascia tra 2 e 5 milioni di euro di fatturato, infatti, la conoscenza dello strumento è pari al 63% con un utilizzo pari all'8%, soprattutto per progetti di lunga durata (es. 24 mesi), ma gestiti a tempo parziale.
Quali sono le aree funzionali di maggior utilizzo
L'imprenditore tende a vedere e a privilegiare quelle con un più immediato impatto sul conto economico (es. supplychain, produzione, area commerciale), mentre esistono due aree, risorse umane e finanza, in cui sarebbe peraltro possibile generare rilevanti risparmi e ritorni di efficienza con interventi a tempo parziale e mirati su specifici obiettivi e attività. Su queste aree, è necessario un grande lavoro di stimolo nei confronti dell'imprenditore: sulla finanza, per fargli superare l'ostacolo, soprattutto psicologico, legato al fatto di dare accesso ai propri conti - e non tocchiamo il tasto delicato del rapporti con gli altri professionisti presenti in azienda), e sulle risorse umane per fargli comprendere il valore economico di una loro gestione in chiave professionale.
Cosa si intende con il termine fractional management?
Il fractional è in realtà una particolare declinazione del Temporary Management nata sulla spinta della domanda da parte di organizzazioni molto piccole (es. sotto i 5 milioni di fatturato), per le quali il classico temporary manager full time potrebbe risultare ridondante, sia in funzione dei tempi che dei costi. Viene spesso utilizzato anche in aziende relativamente più grandi (es. fino a 20 milioni o a partire da 100-150 dipendenti) per alcune funzioni di staff che necessitano di una guida operativa (es. soprattutto Risorse Umane, ma anche Finanza) specie in fasi di crescita e sviluppo accelerato.
Similarità e differenze con ilTemporary Management già utilizzato dalle PMI?
Gli attori sono sostanzialmente gli stessi: le caratteristiche di base del Fractional Manager sono esattamente le stesse del Temporary Manager. Nei mercati stranieri sono le stesse società di temporary che gestiscono anche interventi di fractional nell'ottica di fornire al cliente la migliore soluzione possibile in funzione della sua tipologia e dei suoi bisogni specifici, partendo da un bacino di manager che è sostanzialmente lo stesso. Non si tratta di qualcosa di realmente nuovo: all'estero, specialmente in USA, viene utilizzato dagli anni novanta, ma anche in Italia le nostre prime esperienze risalgono al 2006. Addirittura in USA, al termine fractional viene ormai sostituito il termine part time management. La novità è più che altro mediatica, dato che negli ultimi tempi se ne parla in maniera esplicita molto più che in passato, grazie ad esempio anche al contributo di Andrea Pietrini.
Benefici per l'azienda utilizzatrice
Competenze, competenze, competenze!
Per la piccola impresa è infatti uno strumento ideale per portare in casa competenze di alto livello non altrimenti disponibili, a costi accessibili, con il risultato di accrescere le capacità delle persone già operanti in azienda, che alla fine di un intervento saranno in grado di fare le stesse cose meglio di prima oppure di farne di nuove.
A più riprese durante tutto il convegno è stata sottolineata l'importanza del fare cultura sia tra gli imprenditori che tra i manager: di ciò hanno diffusamente parlato Laura Torretta e Elga Corricelli, del gruppo di lavoro AIDP.
"Partiamo dal fatto che nel family business le relazioni personali e professionali sono spesso sovrapposte ai vari livelli, ci sono relazioni parentali ma anche frequentazioni amicali al di fuori del lavoro nella comunità territoriale dove ha sede l'azienda. Per questo occorre recuperare ‘la giusta distanza' , portare struttura e processi, qualificare e riconoscere ruoli, competenze e valore. Le organizzazioni sono sistemi e evolvono in modo sostenibile se rispettano alcuni ordini: inclusione di tutti, rispetto delle radici e delle tradizioni, equilibrio negli scambi transazionali. I nodi e snodi del sistema tra soci titolari, tra titolari e capi presenti, tra imprenditori e nuovi manager, tra capi e manager e collaboratori è la chiave di volta per capitalizzare il passato e riprogettare il futuro. Le abilità di counseling sistemico relazionale e i progetti di trasformazione positiva supportano la generazione di senso comune per tutti, abilitano e mobilitano le risorse , sviluppano benessere personale, professionale, organizzativo e si diffondono in tutte le relazioni.
Soprattutto è stato sottolineato il tema della distanza culturale tra manager provenienti da contesti medio grandi e collaboratori cresciuti in contesti piccoli o poco più: come ridurla?
Per ridurla: "E' importante lo sviluppo di coaching skills da parte di manager usciti da grandi aziende per far crescere la relazione in questi nuovi contesti: accendere la chimica positiva con leadership positiva, più noi e più capacità di essere al servizio della mission condividendo i propositi della proprietà."
Per approfondimenti e commenti mq@ioim.it