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     n. 5 anno 2022

Per un capitalismo inclusivo
La società più giusta che vogliamo

a cura di Enrico Sassoon

Mind Edizioni / Harvard Business Review Italia pag 176 €16,50

Negli ultimi 50 anni il capitalismo, che si può definire anche come economia di mercato, ha non solo determinato la scomparsa di regimi alternativi come quello comunista pianificato, ma ha anche dimostrato un dinamismo formidabile, generando ricchezza e benessere per miliardi di persone in tutto il globo. Nello stesso tempo, però, ha messo in evidenza i propri limiti: non è riuscito a evitare un aumento, anche marcato, delle diseguaglianze di reddito; non è stato in grado di scongiurare crescenti e gravi criticità ambientali; non ha saputo trovare formule credibili per evitare il ripetersi ciclico di crisi economiche e finanziarie; non ha potuto consolidare adeguati sistemi di welfare e protezione dei più deboli e svantaggiati.

Le imprese sono al centro del sistema capitalistico e hanno dimostrato enorme vitalità. Sotto la spinta dell’innovazione, i progressi tecnologici sono letteralmente esplosi con benefici diffusi a tutti. Ma nello stesso tempo, il ritmo del cambiamento lascia fuori dal percorso evolutivo chi non è in grado di adeguarsi e accompagnare questi progressi.

Negli ultimi anni è salito fortemente all’attenzione il tema delle finalità delle imprese (purpose) e dei suoi leader. Sempre meno viene accettata l’impostazione secondo cui unica, o assolutamente prevalente, responsabilità delle imprese è creare valore e generare profitti a beneficio degli azionisti. Compito delle imprese è, secondo una visione crescentemente accettata, creare valore per tutti gli stakeholder, ossia dipendenti, clienti, fornitori, comunità circostanti, salute e ambiente. Obiettivi connaturati sono inoltre il rispetto delle diversità, una marcata attenzione alla parità di genere e l’inclusione a tutti i livelli, oltre che una maggiore attenzione ai livelli retributivi e di reddito.

Il libro traccia un percorso, legato anche alle vicende più attuali quali la crisi finanziaria, la crisi sanitaria e l’avvento e predominio delle grandi piattaforme tecnologiche, per inquadrare l’evoluzione necessaria del capitalismo contemporaneo verso forme più accettate e inclusive, sotto la spinta di chiare richieste di carattere etico ma anche di esigenze economiche di stabilità e di sostenibilità nel lungo periodo. Un’evoluzione che è ancora difficile concepire in tutti i suoi possibili percorsi e che richiede coraggio e immaginazione per salvare il capitalismo da crisi future che potrebbero essere fatali.

Il libro Per un capitalismo inclusivo rappresenta la prosecuzione ideale del volume Affrontare e vincere le crisi, pubblicato nel 2020 nei primi mesi dell’emergenza pandemica. Le crisi sono, infatti, un elemento costitutivo del capitalismo fin dalle sue origini e connotano l’andamento ciclico delle economie di mercato. Porre il tema di una seria e approfondita revisione dei meccanismi sottostanti, e del comportamento di soggetti fondamentali quali sono le imprese, è dunque una condizione necessaria per identificare le possibili soluzioni che consentano di riformare in senso più inclusivo il capitalismo di mercato in un quadro di salvaguardia della democrazia. Il libro è composto da saggi di autori quali, tra gli altri, Michael Porter, Roger Martin, Hubert Joly, Bill e Melinda Gates, Paul Polman, Mariana Mazzucato, Stefano Venier e Ugo Loeser.

 

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