n. 19 anno 2024
Non possiamo salvare il mondo ma ci proviamo
autrice, Isabella Covili
recensione di Nadio Delai
Scorrere le pagine di questo libro evoca immediatamente un fenomeno sociale importante anzi fondamentale, quello del “ritorno dei nonni” nella vita dei nipoti, di cui fa esperienza – se solo le circostanze lo permettono – una larga parte delle famiglie italiane.
Dal dopoguerra ad oggi abbiamo assistito a trasformazioni epocali della forma-famiglia: infatti siamo passati abbastanza rapidamente dall’impronta della famiglia patriarcale alla famiglia nucleare e quindi, in progressione, ad una molteplicità sorprendente di tipologie familiari: formali e non formali, ristrette e allargate, spezzate e ricomposte, convenzionali e arcobaleno, ....
Di pari passo, con l’affermarsi della molteplicità delle forme familiari si è manifestata la riemersione del ruolo dei nonni, secondo formule che certo non prevedono la convivenza con la famiglia dei figli, ma che implicano quello che potrebbe essere definito come un “diritto di chiamata” da parte delle giovani coppie, sollecitato innanzitutto da esigenze funzionali, legate al difficile processo di conciliazione tra ruoli professionali e ruoli genitoriali a cui si affiancano necessità di sostegno economico, diretto o indiretto, alla neo-famiglia e in particolare ai nipoti.
Del resto la centralità del ruolo dei nonni viene ampiamente riconosciuta da entrambe le parti in gioco[1]: infatti l’aiuto economico ricevuto viene dichiarato dal 56,5% dei genitori, ma diventa il 61,2% nell’opinione dei nonni che lo erogano. Ma ben più importante risulta essere il ruolo non economico (che ha a che fare col tempo dedicato alle diverse esigenze dei nipoti) che viene indicato come presente in maniera quasi plebiscitaria dal 93,7% dei genitori e dall’89,0% dei nonni.
La realtà è che questi ultimi mettono a disposizione il loro tempo con modalità e funzioni diverse e soprattutto flessibili che possono andare da un sostegno minimo sino ad un sostegno esteso che talvolta può diventare quasi totalizzante, assumendo le caratteristiche di un vero e proprio “servizio permanente effettivo”.
Ma quello che conta di più è che nell’ambito del tempo dedicato dai nonni ai nipoti può nascere una sorta di “campo neutro”, particolarmente prezioso sul piano affettivo e contemporaneamente educativo come evidenziano, con leggerezza di forma e con qualità di sostanza, le brevi testimonianze di immediata presa, raccontate nel libro dalla nonna-autrice. Esse diventano una sorta di veri e propri cammei che affrontano le tante, diverse domande di una vita che cresce e che ha bisogno di allenarsi alla libertà insieme alla responsabilità: il tutto con un’ampia esplorazione del possibile rispetto a quanto può avvenire nel ristretto ambito familiare.
E così si scopre che in brevi momenti di scambio tra nonna e nipoti possono condensarsi temi e problemi che sono solo apparentemente propri dei bambini che hanno bisogno di imparare a diventare grandi: anche perché può succedere che siano i genitori a sottrarsi all’onere di educare e di indirizzare i loro figli e in taluni casi, sono addirittura gli stessi adulti a sembrare bambini, sovente meno curiosi e meno saggi dei propri figli che cercano di misurare se stessi e il mondo che li circonda.
Scorrendo i microracconti delle interazioni tra nonna e nipoti ecco, ad esempio, emergere l’importanza delle radici, nel senso delle storie di famiglia che permettono di riequilibrare l’eccessivo ruolo del presente (talvolta dell’istantaneo), mostrando il respiro del tempo e il valore dell’eredità che ci ha portato ad essere quelli che siamo: ridimensionando così il senso di onnipotenza narcisistica proprio dei bambini (ma che talvolta si ritrova ancora nei genitori …).
Ma vicino al senso delle radici tali microracconti permettono di estendere la visione del proprio futuro, per ora certo a dimensione di bambino ma tale da regalargli un respiro a due polmoni, che aiuta ad uscire da quel “presentismo” angusto in cui ci si può oggi trovare intrappolati anche come adulti.
E ancora i dialoghi di seguito riportati tratteggiano con delicatezza il valore dei valori e quello dell’esercizio delle virtù come logica applicazione dei primi: virtù “forti” come il coraggio di essere se stessi e la determinazione di diventare quello che si desidera, ma anche virtù “deboli”, assolutamente necessarie e complementari rispetto alle precedenti: come l’ascolto, la pazienza, il rispetto delle opinioni e delle scelte altrui. Il tutto ovviamente è lasciato intendere e talvolta spiegato su richiesta dei nipoti, attraverso la considerazione delle loro esperienze quotidiane che diventano materiale da rielaborare in chiave educativa.
E così si può affrontare anche il tema della relazione con tutte le declinazioni possibili, ribadendo l’importanza del rapporto con l’Altro, che mette in gioco il nostro IO per conquistare gradualmente il senso del NOI, sapendo esercitare l’ascolto, la comprensione e persino l’uso appropriato e rispettoso delle parole: il che riporta alla capacità di conoscere e di applicare sia le virtù forti sia le virtù deboli.
Molte sono dunque le osservazioni che nascono dalla lettura – non necessariamente sequenziale – delle situazioni che si sono venute a creare nel rapporto tra l’autrice e i propri nipoti. E quindi non si può che suggerire la lettura dei dialoghi che fotografano – pur nella loro brevità – squarci di una giornata di piccoli uomini e di piccole donne, che con garbo la protagonista raccoglie e commenta: a volte dichiarando le proprie convinzioni, a volte lasciando aperto il tema a più soluzioni, a volte ammettendo che serve anche accettare il rischio di sbagliare.
Del resto crescere richiede di saper scegliere la propria libertà come pure imparare ad esercitare la responsabilità che ne deriva: argomento questo non sempre chiaramente presente negli stessi adulti, i quali sin troppe volte danno l’idea di essersi dimessi dal proprio ruolo-guida di genitori.
In ogni caso tocca al lettore fare la sua parte, accogliendo la semplicità dei dialoghi che sanno farsi spesso profondi e lasciando correre le proprie associazioni e le riflessioni che verranno.
[1] Cfr. Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema, Un neo-welfare per la famiglia – Cooperare per il rafforzamento dell’infanzia e dei servizi per la famiglia, predisposto per il Gruppo Assimoco – Assicurazione Movimento Cooperativo, 2018.