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     n. 23 anno 2024

Emergenza salari

di Paolo Iacci

di Paolo Iacci

Secondo George Bernard Shaw un pessimista è uno che non si sente mai troppo bene quando sta bene perché teme di sentirsi peggio quando sta meglio. Per Gustave Flaubert l’ottimista è la persona che, svegliandosi il sabato mattina, si dice: "domani è domenica", il pessimista è invece chi pensa:"dopodomani è lunedì".

Poiché il mondo va come deve andare, il pessimista va incontro solo a sorprese piacevoli, mentre l'ottimista ne ha solo di spiacevoli. O no?!

Se la demografia è il problema del futuro (annunciato), quello del presente è il salario. Sulla base dei dati riportati nell’ultimo Rapporto Inps, la situazione si può così sintetizzare:

  • le retribuzioni lorde effettive dei dipendenti pubblici e privati (al netto di domestici e operai agricoli) tra il 2019 e il 2023 sono cresciute, in media, attorno al 6-7 per cento
  • i prezzi al consumo sono cresciuti nel solo 2022 del 8,7% e nel 2023 di un ulteriore 5,9% (Istat)
  • tra il 1991 e il 2022, i salari reali in Italia sono aumentati solo dell'1%, mentre la media dei Paesi OCSE ha registrato una crescita del 32,5%
  • secondo l'OCSE, l'Italia è tra i Paesi europei con la minore mobilità sociale. Servono mediamente 5 generazioni per passare da una condizione di povertà a una posizione economica media. Questo dato è superiore alla media OCSE, che è di circa 3 generazioni.
  • La stagnazione salariale contribuisce all'aumento della povertà lavorativa, con circa 6 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 11.000 euro all'anno. La grande evasione fiscale rende meno credibile ogni dato, ma i lavoratori poveri rimangono una realtà enorme nel nostro Paese. A Milano, se un operaio sposato divorzia rischia di non avere sufficienti soldi per permettersi un tetto sulla testa.
  • Secondo l'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nel 2021 l'economia non osservata, che include sia l'economia sommersa sia le attività illegali, ha generato un valore aggiunto di circa 192 miliardi di euro, pari al 10,5% del PIL nazionale. Nel 2021, l'ISTAT ha stimato la presenza di circa 2,99 milioni di unità di lavoro irregolari, con un incremento di circa 73.000 unità rispetto all'anno precedente.
  • L’Italia conta 1,7 milioni di ragazzi che non studiano e non lavorano. Siamo il Paese messo peggio in UE, superati solo dalla Romania.

Ognuno di noi può legittimamente pensare ciò che vuole sul tema dello sciopero generale, ma non c’è ombra di dubbio che Landini abbia il merito di porre sul tappeto l’emergenza salariale. I salari stanno stabilmente perdendo potere d’acquisto: il tema non può essere dimenticato solo sulla scorta dei buoni dati sull’occupazione (che pure permangono).

 

Paolo Iacci, Presidente ECA, Università Statale di Milano

 

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