n. 10 anno 2024
Generatività al lavoro
di Alessandro Sormani
Con il termine “Generatività” s’intende la propensione dei soggetti a perseguire la realizzazione di sé attraverso il miglioramento delle condizioni di vita degli altri. Il termine ha radici psicologiche e viene associato ai contributi dello psicologo Erikson. La generatività in psicologia è una condizione associata al declinare delle pulsioni narcisistiche nei soggetti “maturi” e all’emergere di una predisposizione a concedersi all’altro per il puro piacere di poter essere utile, trasferendo conoscenze ed esperienze e contribuendo alla crescita del contesto.
Sono incappato per la prima volta in questo concetto dalla lettura di un libro di Irvin Yalom, “Il piacere della terapia”; non avendo studi approfonditi di psicologia alle spalle ho trovato questo libro molto interessante e assolutamente accessibile anche ai non addetti. Di tanto in tanto, nello spazio dedicato alla riflessione serale preservato dal consumo delle varie serie televisive, ho ripreso in mano il libro scoprendone di volta in volta nuove suggestioni.
Yalom riflette sulla propria esperienza di terapeuta e riconosce l’emergere di questa predisposizione generativa arrivato, a 70 anni, alla condizione di piena maturità professionale. Nel rapporto tra Terapeuta e paziente Yalom riflette sulla disponibilità del Professionista a “concedersi” di più nella relazione, attraverso un atteggiamento di “empatia” attiva, concetto su cui l’autore spende alcune delle pagine più belle del libro, con rimandi e citazioni multidisciplinari.
In realtà, se questa condizione ha a che fare con le fasi della vita, allora si può ritenere che qualsiasi persona, arrivata ad una fase di “maturità” della propria esperienza (di lavoro), possa riconoscere l’emergere di un bisogno come quello associato alla condizione descritta con il termine “generatività. “
Vale, per esempio, per un Manager che, arrivato al limite di carriera e avendo perso il riferimento alla promozione come fonte di motivazione al lavoro, scopre una nuova vocazione aprendosi al miglioramento della condizione degli altri e del contesto organizzativo in cui opera.
Riguarda il Professionista che, raggiunto l’appagamento della piena maturità professionale, decide di contribuire con le proprie competenze a cause di utilità sociale.
Effettuata qualche ricerca su internet scopro inoltre che questo concetto è già fonte di ispirazione per vari soggetti che operano nel mondo della consulenza alle organizzazioni e nel mondo non profit. La teoria di Erikson è utilizzata anche nei processi di apprendimento e nelle metodologie di coaching.
Nelle organizzazioni poter attivare una disponibilità “generativa” è di enorme aiuto nei processi di integrazione e di trasferimento di competenze, anche considerando la compresenza di varie generazioni al lavoro (almeno 5) e la distanza, sempre più simile ad un abisso, tra i giovani di 25 anni e i “maturi” over 60. Ricercare una maggiore “empatia” relazionale, potendo contare sulla disponibilità all’ascolto attivo da parte dei più “saggi”, che spesso non aspettano altro che essere d’aiuto agli altri, può diventare un fattore importante di dinamismo dell’organizzazione e di crescita del sistema delle competenze al suo interno.
Alessandro Sormani, Consulente di Organizzazione e Management delle Risorse Umane