n. 1 anno 2025
Contrasto alla violenza contro le donne e alla violenza domestica al centro dell’Agenda Europa ’20-‘25
di Donatella Cungi
Secondo dati rielaborati dal Consiglio Europeo, ogni giorno 2 donne nell’UE vengono uccise da un partner o un familiare ma solo il 22% delle vittime sporge denuncia e oltre l’80% di loro non cerca aiuto professionale perchè pensa che nulla possa cambiare. È per questo che il 24 maggio 2024 è stata pubblicata la Direttiva Comunitaria per combattere la violenza di genere e domestica. Si tratta del primo atto legislativo dell’Unione Europea che affronta in modo specifico il tema: qui sono configurati e definiti reati specifici contro le donne (quali stalking online, molestie online, istigazione all’odio o alla violenza online, condivisione non consensuale di materiale intimo, matrimonio forzato e mutilazione genitale femminile) e l’obbligo per gli Stati Membri di prevedere sanzioni effettive, proporzionate, dissuasive.
- L'iter della proposta legislativa
Facendo un passo indietro, occorre ricordare che nel giugno 2023 si è concluso il processo di adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul (iniziato nel lontano 2011) che è entrata in vigore nell’UE il 1.10.2023 e dove si riconosce che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani oltre che una forma di discriminazione.
Nel frattempo, la Commissione Europea aveva presentato già in data 8.03.2022, una proposta di direttiva per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica e solo il 6.02.2024 il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo su tale proposta che voleva integrare gli obiettivi della Convenzione di Istanbul andando a colmare una lacuna esistente sul piano normativo europeo in quanto non esisteva uno strumento dedicato specificamente alla protezione delle donne. Il 24.05.2024 la Direttiva n. 2024/1385 è stata pubblicata.
Questo provvedimento si inserisce nella Strategia per la parità di genere 2020-2025 sviluppata dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di creare un’Europa che garantisca l’equilibrio di genere in tutti i settori di competenza dell’Unione.
- Punti chiave della Direttiva in riferimento alle tutele sui luoghi di lavoro
La Direttiva evidenzia che la violenza rappresenta una violazione dei valori e dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e richiede una risposta efficace che coinvolga tutti gli ambiti della vita delle vittime, incluso quello lavorativo.
Come? Sono previste specifiche misure:
- Adozione di provvedimenti che vietino all’autore del reato o all’indagato di entrare nel luogo di lavoro della lavoratrice-vittima se vi sono situazioni di pericolo per la sua incolumità;
- devono essere resi disponibili dei servizi di consulenza interna o esterna, sia alle vittime che ai datori di lavoro, in caso di molestie sessuali sul lavoro che costituiscano reato ai sensi del diritto nazionale;
- devono essere adottate misure di prevenzione delle molestie sul lavoro;
- è prevista la formazione del personale con funzioni di vigilanza sul luogo di lavoro perché impari a riconoscere e prevenire questi fenomeni delittuosi.
Gli Stati Membri dovranno, tra l’altro, mettere a disposizione delle vittime una linea di assistenza telefonica gratuita H24 e dovranno fare campagne di sensibilizzazione mirate. Per fare questo, hanno tempo fino al 14.06.2027.
- Conclusioni
La Direttiva 2024/1385 rappresenta un importante primo passo che pone attenzione al tema della violenza contro le donne sul luogo di lavoro con approccio duplice: ex ante, con obblighi informativi per sensibilizzare sulla tematica ed ex post, con strumenti di supporto per le vittime e per i datori di lavoro.
In conclusione, è bene ricordare che anche nella nostra panoramica nazionale il legislatore italiano sta preparando diversi progetti di legge che si pongono obiettivi in linea con il percorso europeo, uno fra tutti: l’introduzione del reato di molestie sessuali (art. 609 ter) nel nostro Codice penale che oggi non esiste (DDL n. 89 del 2022).
Non dobbiamo però trascurare il fatto che ogni azienda può già fare qualcosa nel suo piccolo: per creare un ambiente di lavoro inclusivo e non discriminatorio, occorre fare molta formazione e adottare delle procedure interne che impongano comportamenti virtuosi e modificare i codici disciplinari per collegare puntualmente delle sanzioni disciplinari alle procedure adottate.
Donatella Cungi, avvocata esperta di lavoro e partner di Toffoletto De Luca Tamajo