n. 2 anno 2025
Olivetti, tempi umani
di Massimo Ferrario
OLIVETTI, TEMPI UMANI
VALERIO OCHETTO
Quando ha visitato gli stabilimenti Ford a Detroit – che applicano un salario calcolato su un tempo standard e non un cottimo super-individuale, tanti pezzi, tanto salario – Adriano ha avvertito «condizioni più inumane di quelle esistenti a Ivrea».
L’introduzione del taylorismo, che fra il 1927 e il 1928 parte dalle presse per raggiungere le altre officine di produzione e approdare ai montaggi, avviene con una interpretazione originale. Adriano introduce la figura tipica dell’allenatore e del cronometrista, ma il suo sistema è basato su una incentivazione che si arresta prima di toccare la curva massima del cottimo, per restare compatibile con la qualità del prodotto e il non esaurimento fisico della manodopera, una curva che la maggioranza degli operai è in grado di raggiungere settimanalmente.
Lo riconoscerà Camillo parlando agli operai, Camillo, che al momento di dare il via alle controverse innovazioni del figlio, gli ha tenuto questo discorso: «Tu puoi fare qualunque cosa tranne licenziare qualcuno per motivo dell’introduzione dei nuovi metodi perché la disoccupazione involontaria è il male più terribile che affligge la classe operaia».
Comunque il cottimo non raggiungerà l’attrezzaggio, la famosa officina Z dove si fanno stampi e punzoni, il cuore della fabbrica meccanica dove sono concentrati gli operai di alta specializzazione, i più legati a un lavoro creativo e personale.
*** VALERIO OCHETTO, 1931, giornalista e saggista, Adriano Olivetti. La biografia, 1985, Comunità Editrice, 2013; anche in ‘Mixtura’, 22 giugno 2015. (NB: testo con titolo non scelto dall’autore).
Massimo Ferrario, consulente di formazione e di sviluppo organizzativo, responsabile di Dia-Logos