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Il Resto di Niente
Carlo Stroscia Responsabile Area Congressi Nazionali
È un libro quello che suggerisco per avvicinarsi all’anima della mia città: un romanzo storico nel quale si intrecciano le vicende delle due protagoniste: Eleonora, in prima fila nella breve rivoluzione voluta dagli intellettuali e per questo non compresa dal popolo; la città di Napoli, che dalle pagine dell’autore (Enzo Striano) ne esce: “abietta e sublime con la sua cupa vivezza, senza rimedio e senza luce”.
Le loro storie si intrecciano nel 1799: 23 gennaio, Napoli si sveglia giacobina e repub- blicana; i Borbone sono scappati a Palermo. 21 giugno, i repubblicani si arrendono alle truppe sanfediste del cardinale Ru o accettando l’esilio a vita; il cardinale è uomo di parola ed i repubblicani si fidano. 24 giugno, l’ammiraglio Orazio Nelson rientra a Napoli e, senza alcuna legittimazione se non la sollecitazione della sua amante, Emma Lyon, messaggera della regina Maria Carolina, trasforma quel patto in un pezzo di carta straccia. Un comportamento indegno e inqualificabile che macchia la gloria dell’eroe di Trafalgar e che trascina nell’infamia i Borbone. 29 giugno, l’ammiraglio napoleta- no Francesco Caracciolo, vittima della vendetta personale di Nelson, viene impiccato all’albero di maestra di una sua nave dopo aver chiesto di morire fucilato, come spetta al suo status. Il suo corpo, con grande sfregio, viene gettato in mare.
In pochi mesi e con processi sommari vanno al patibolo centinaia di patrioti. Giustizia? Non per gli storici; non per la famiglia del conte Serra di Cassano: ancora oggi l’ingresso principale del palazzo di famiglia è chiuso in segno di lutto per un ingiustificato genocidio che ha cancellato una intera generazione di nobili, borghesi e intellettuali di cui negli anni successivi non solo Napoli, ma l’intero paese e l’Europa avvertiranno la mancanza. 20 agosto, la corda si stringe intorno al collo di Eleonora Pimentel Fonseca; chiede di morire decapitata, ma non le è riconosciuto lo status di nobile; ultimo desiderio, un ca è; ultime parole, un verso di Virgilio: forsan haec olim meminisse juvabit (forse un giorno gioverà ricordare).
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