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quasi musicali, dei loro alberi ma poi, quasi come per incanto, si entra in un piccolo mondo a parte dove, se ti addentri per le sue viuzze protette dal muraglione del Castello, ti rendi conto di trovarti su un’isola, l’isolotto di Megaride. È qui che nacque Napoli, la città di Parthenope, ed è proprio qui che capisci che è inutile perder tempo a celebrare lo spettacolo che o re il suo golfo perché basta semplicemente respirare ed assaporare la brezza che accarezza il tuo viso, per entrare nelle storie antiche, nei miti e nelle leg- gende poiché la storia di Napoli va sempre a braccetto con la leggenda, come la fede con la scaramanzia. Ecco perché noi donne napoletane non possiamo non essere certe che è stata la suadente voce di una Sirena a dar luogo ad una terra così ammaliatrice e passionale che nessuno dovrebbe perdere l’occasione di conoscere.
Napoli vista da lontano
Gaetano Lampini
Consigliere AIDP Campania
Mi sono trovato, per ragioni pro- fessionali, al nord, a guardarla da lontano, e curioso come sono, ho posto la mia attenzione sull’opi- nione che ne avevano coloro che non la conoscono, che non la vi- vono, che ne sentono parlare attraverso i media ascoltando quello che dicono di Napoli.
In quegli sguardi la mia Napoli si
confonde, si opacizza, i colori cam-
biano, i suoni si distorcono, non si sente il profumo del mare e non si
apprezza l’arguzia, l’imprevedibilità, il genio del popolo che più di tutti ha saputo fare di necessità virtù e valutare la catastrofe come inevitabile pegno da pagare alla bellezza della propria terra.
Tra gli intellettuali, gli artisti, i dotti che hanno provato a definire in qualche modo Na- poli, delineando quantomeno la cornice, dal momento che il contenuto, a mio modesto parere è impossibile da schematizzare o tipicizzare, scelgo
“Napule ‘a sape tutt’’o munno ma nisciuno sape ‘a verità...”
ovvero “Napoli è conosciuta in tutto il mondo ma nessuno la conosce veramente”.
Parole e musica di Pino Daniele, indimenticato cantore dello stile di vita all’ombra del Vesuvio.
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